venerdì 20 agosto 2010

            Punta Panica

Serale questo silenzio che cade in brama di parole
anche se non sontuosi versi,
anche se non iperboli maestose,
un passaggio
un trasalire oltre ogni possibile congettura dei fatti,
un tentennamento che sente arrischiarsi un richiamo,
disorientato si brancola intorno,
un balbettio millimetrico tra una chiosa e l'altra di uno sfitto di respiro
che non sa dove balenarsi,
che si intoppa in muse di cani raccattati dai padroni malmessi,
in bisbigli di amanti di metà agosto a sferragliarsi intimità di baci
     sulle panchine accolite,
in gente che si fa mentore del proprio tramandarsi ai posteri,
che si imbeve nel verde sfracelo degli alberi,
nel sole attingersi che si trapela sfolgorando in assortite di riflessi,
nel mesto ghermire di conigli sul prato accomodati e le capre
  che mangiano sempre,

e poi inesauditi incroci di volti noti mille anni dopo,
                                                            quasi riconoscendosi amico,
le tumefatte trame che si rapprendono
                come stonate improvvise decapite misure delle fratture,
della dismisura di questa mia anima a pezzi, porosa, dilapidata a crepe
che si ravVEDE
                              a sanguinare

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