mercoledì 27 ottobre 2010

Ma a CHi vuoi darLa a Bere  !?
( alcune specie di recensioni tratte dal Dimenticatoio
                 a cura del grande Dimenticatore,
     che poi sarei io..... )
 
 
TRISTESSA di Jack Kerouac ( Narrativa )

Eccolo Kerouac al lumicino della mansarda issata sul cielo stellato.
Col volto chino e gli occhi ubriachi di lacrime sciogliersi in lunghe appassionate lettere d'amore, delicati inni a muse dagli occhi incalliti, dalle vene pompe, dai silenzi di strada.
Come una prosodia be bop si snoda il tempo battuto a Città del Messico,
dove Kerouac si innamorò della bella Tristessa, prostituta tossicomane e dolce quanto spigolose le ossa della sua magrezza. A grumi di sangue imbevuto di tristezza si consuma questo volo di anime disperate, cOme un ululato alla luna di traverso, come una carezza che il corpo accoglie senza sapere, come una lacrima che scende nel versante interno degli occhi stessi, un amore lacerato vissuto all'ombra della desolazione.

Insieme ai Sotterranei, questo romanzo ispira un Kerouac diverso a mio parere, dove l'eccesso si addolcisce, dove la smania rombante di filare via per le strade, cede a un postura, a un bisogno più terreno, più semplice di intimità e idillio amoroso.

A incalzo poetico



SUMMA DI MAQROLL di Alvaro Mutis ( Poesia )

Sull'orlo dell'oblio abbarbicato, il suo giaciglio,
Maqroll il gabbiere spira memorie fitte come arborescenze che pululano d'intorno i fiumi templari,
flutti a lungo percossi.
Distillato in versi della sua saggezza, della sua esperienza,
si accendono le voci e le immagini intrise come un pulviscolo di vite a tacere.
Con gli occhi spigliati la morte, sempre presente, deambula,
tirando le fila dei versi,
come incalzo costante dell'umano trascorrere su questa Terra.

Come muschio ombroso


FISICA LISERGICA di Alessandro Haag
                         ( in coll. con Leonida Gianfagna ) ( Saggistica )

Può
       il parossismo ubiquo
                                      delle particelle
                                                              colmare l' Infinito ???

Architetture della Percezione


DIO IL MACEDONE di Tiziana Cera Rosco ( Poesia )

Con salubre cinismo da mattatoio, sotto l'egida di luci a precipizio e la scure in volto aperta al dolore che presiede il mondo, la poetessa, ci spalanca gli occhi con questa cavalcata di alberipuledro tra le fila dislocate dei giorni opachi che scorrono nelle ore perse, nei rientri notturni, nelle attese, nelle improvvise illuminazioni,
memoria dell'immemore, linea sottile dell'incarnazione, l'atto della visione.
Una ricerca, una deriva, una volumetria dello spirito,
perchè infine,
l'assoluzione è il compito dei giorni, 
vuoto elevato 
                    a Giorno Vero.

 Leggendario


FEDRO di  Platone  ( Narrativa )

Per me il più bello dei dialoghi platonici, il più poetico, il più passionale al pari del Simposio.
Socrate si imbatte in Fedro, che ha appena ascoltato a suo dire il più bel discorso sull'amore. Socrate, non potrà esimersi per la sua natura, per la sua curiosità, per la sua ironia, dall'accompagnarsi a piedi scalzo ( sua predilizione da satiro ) fuori le mura della città di Atene ( caso unico nei dialoghi platonici), ed ascoltare, prima di inebriarsi e inebriarci guidandoci sul carro alato alla volta degli dei in una lunga palinodia sull'amore, sulla mania, sulla reminiscenza, sull'arte del discorrere, sulla dialettica.
Sembra di essere lì presenti, trasportati sull'Ilisso e oltre.

Iperuranico