domenica 26 maggio 2013
Vertigine di Peter Orlovsky
Un arcobaleno entra versandosi nella mia finestra. Sono elettrizzato.
Canzoni esplodono dal mio petto, tutte le mie lacrime cessano, il mistero inonda l’aria.
Cerco le mie scarpe sotto al letto.
Una grossa donna colorata si trasforma in mia madre.
Non ho ancora denti finti. Immediatamente dieci bambini si siedono sul mio grembo.
Non taglio la barba da un giorno.
Ho bevuto un’intera bottiglia con i miei occhi chiusi.
Ho scritto su un foglio e mi sento nuovamente sdoppiato. Voglio che tutti mi parlino.
Raccolgo la spazzatura dalla scrivania.
Invito duecento bottiglie nella mia stanza, le chiamo insetti di giugno.
Uso la macchina da scrivere come cuscino.
Un cucchiaio diventa una forchetta davanti ai miei occhi.
I vagabondi donano a me tutti i loro soldi.
Ciò di cui ho bisogno è uno specchio che mi accompagni per tutta la mia vita.
Nei miei primi cinque anni di vita ho vissuto in pollai con poca pancetta.
Mia madre mi mostrava la sua faccia da strega e mi raccontava storie di barbe blu.
I miei sogni mi sollevavano dal mio letto
Sognavo di saltare nel vortice di una pistola per lottare con una pallottola.
Ho incontrato Kafka e lui è salito su un appartamento per evitarmi.
Il mio corpo si è trasformato in zucchero, versato nel tè ho trovato il senso della mia vita.
Ciò di cui avevo bisogno era inchiostro per trasformarmi in un ragazzo nero.
Cammino per le strade cercando oggi gente che mi accarezzi.
Ho cantato sugli ascensori credendo di raggiungere il paradiso.
Sono sceso all’86° piano, correndo lungo i corridoi, alla ricerca di mozziconi freschi.
Il mio sperma diventa un dollaro d’argento posato sul letto.
Guardo fuori dalla finestra e non vedo nessuno, Vado in strada,
guardo verso la mia finestra e non vedo nessuno.
Così parlo all’idrante, e gli chiedo “Hai delle lacrime più grandi delle mie?”
Non c’è nessuno in giro, piscio ovunque.
Mie trombe di Gabriele, mie trombe di Gabriele: Spiegate i canti di gioia, il mio giubilo immenso.
sabato 25 maggio 2013
Kaddish for Alien Ginsberg
Allen Ginsberg è stato sicuramente uno dei poeti più estroversi del secolo appena scorso.
Senza Allen Ginsberg la beat generation non è nemmeno ipotizzabile.
Allen Ginsberg è il Dio che ha fatto il mondo a sua immagine e somiglianza, con i suoi eroi Kerouac e Cassady, con il ganimede Peter Orlowsky, con il Mercurio Gregory Corso, l'Efesto Burroughs, il Poseidone Ferlinghetti, ed altre divinità minori e buddha e cristi e maometti vari. Allen Ginsberg fece voto di essere Allen Ginsberg.
Allen Ginsberg aveva su di sé il karma di Alien Ginsberg, di essere omosessuale e di innamorarsi solo di eterosessuali maschi, di voler diventare famoso,
di aver firmato per la lobotomia della madre.
Allen Ginsberg recitava i mantra, esportò l'Om in Canada.
Allen Ginsberg era di una lungimiranza sconfinata, di una ingenuità disarmante, di una arrendevolezza impossibile, di una fame spirituale e sessuale inappagabile.
Allen Ginsberg fu illuminato ad Harlem sulla 125° strada da una visione Blakeiana
e ne fece canto urlando a squarciagola.
Allen Ginsberg teneva mille diari, annotava anche le masturbazioni,gli amori,
le depressioni e i sogni.
Allen Ginsberg era uno sperimentatore visionario,
provò l'acido lisergico, la mescalina, l'aspirina, l'oppio, l'eroina, l'ayahuasha,
la tachipirina, il gas esilarante, i funghetti sacri e ci scrisse su, salmi magici.
Allen Ginsberg conobbe un sacco di persone famose,
Bono, Bob Dylan, Ungaretti, Ferlinghetti, Fernanda Pivano, timothy leary, suonava l'harmonium vicino Venezia a Ezra Pound che lo ascoltava in silenzio di spalle.
Allen Ginsberg viaggiava molto, amava molto, fu in Messico, in India, in Pakistan,
a Cuba, in Giappone, ad Algeri, a Praga fu eletto re per un giorno,
era il primo di maggio del 1965.
Allen Ginsberg desiderava tanto entrare in analisi,
tanto che per una storia finita a male finì in un ospedale psichiatrico
e lì conobbe il suo amico Solomon il folle.
Allen Ginsberg in India, amava ascoltare le pire funerarie accese di notte,
e fu di nuovo illuminato in Giappone sul treno Tokyo-Kyoto.
Allen Ginsberg morì di un cancro al fegato o allo stomaco, non ricordo,
il suo ultimo maestro Gehlek Rinpoche gli consigliò di riposarsi, di concentrarsi sul Vajrayogini e di prepararsi ad approdare alla terra della purezza, della Dakini,
proprio lui Allen Ginsberg, che nella vita non aveva mai amato le donne,
e nella sua ultima lettera consigliò a tutti
di non seguire il suo cammino verso l'estinzione...
Dopo Alien Ginsberg,
tutto è possibile...
giovedì 23 maggio 2013
mercoledì 22 maggio 2013
ReminDer
( da FinTo diaRio in disordine CronoLogico )
19 / 2 / 2010
...In questi giorni d'affranto,
le oscure tralci del mio essere hanno tremato. L'inchiostro scintilla dalla stilografica.
... Allungo la via i miei passi, dall'Orsa Maggiore mi scaraventano sulla spiaggia.
La pioggia ha attecchito la sabbia, il mare è una canicola sbuffante, lambisce l'aria,
lo sbalzo del panorama, il verde steso a terrazza, la misura degli anni in fiamme.
Mi piove l'occhio sull'asfalto, mi sgomenta la mia vita minimale,
i miei crolli a distanza, il mio cielo in una stanza.
3 / 3 / 2010
... e volevo essere la luce che non tocca terra,
la luce dei tramonti d'inverno sul mare,
la luce che non cade.
8 / 4 / 2010
Come eudemonico errante mi ero a peregrinare in questa notte,
a tessere racconti alla rinfusa come mani operaie a sostenere tesi impassibili,
versante nord, versante al belvedere.
26 / 2 / 2010
...Vette a cadere, ci auguriamo un glorioso fallimento,
ci auguriamo il risveglio.
2 / 4 / 2010
dal vento
un gabbiano
sabato 18 maggio 2013
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giovedì 16 maggio 2013
lunedì 13 maggio 2013
ApPunti dei GIORNI
( delivering winter )
7 febbraio 2013
Mi sono masturbato all'una di notte
ed è stato bello
la chimica dell'amore ricordo
il sesso nascosto dalle tende
solo illuminato dalla tele
poi per un attimo
la luce è saltata,
coltivo la poesia come il vizio di bere
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7 febbraio 2013 ___sera
stamattina
ero un grande poeta,
ora voglio solo
morire dal sonno
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13 febbraio 2013
come un cane abbandonato
dai secoli
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18 febbraio 2013
parole in ghiaccio
rimaste
scottate
come al sole in agosto
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9 marzo 2013
il geko è tornato,
si avvicina la primavera
domenica 12 maggio 2013
giovedì 9 maggio 2013
ApPunti dei GIORNI
( delivering winter )
6 marzo 2013
aspettando la sera, dormo in piedi per giorni
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11 marzo 2013
quando si chiude il cielo
la luce scompare
ultimo lampo
( osservando cielo nuvoloso poco prima dell'oscurità senza tramonto )
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27 febbraio 2013
periferiche di sogni,
sole annoso sciama orbita galattica
siamo come in contumacia
di vuoti
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6 febbraio 2013
sunto a sparire, commisero giorni,
sono, non sono,
non so cosa sono
domenica 5 maggio 2013
da Letture
Fu come se mi fossi svegliato
da un lungo sogno
in cui mi ero agitato
per tutta la vita.
Gettai alle spalle tutte le preoccupazioni per le idee e mi sentii così libero
che non sapevo più chi ero
né dov'ero.
Mentre lo sguardo vagava sui tetti della città,
gli fu rivelato l'intero universo...
...Non vide gli oggetti, ma il processo sottostante la loro creazione. Un lampo improvviso, un'agnizione
in cui il segreto di tutti i misteri universali veniva schiuso.
" Ho trovato quelle visioni troppo inquietanti, dopotutto...
...solo che stavolta mi tormentavo a ripensare a quelle esperienze, che per via della loro natura assoluta ed eterna assunsi come chiave di volta e punto di riferimento di tutti i miei pensieri - una Stella Polare per la vita;
un po' come dice Dante,
"Incipit Vita Nova".
sabato 4 maggio 2013
mercoledì 1 maggio 2013
ApPunti prima di sParire
Lo splendore
fauno
del
crollo
delle proprie
illusioni
I Voli di Icaro
Non mi posso confessare cosa ?
Nell'ultimo volo notturno Kafka mi ha
regalato i suoi diari,
fogli scartati ovunque... Una lapide di
luce taglia il lago in due,
dalla radura boschiva transitiamo, lo sguardo si incolla al volo di un gabbiano che invoca il cielo, un vuoto di parole tenta il divenire.
dalla radura boschiva transitiamo, lo sguardo si incolla al volo di un gabbiano che invoca il cielo, un vuoto di parole tenta il divenire.
Suoni di percussioni invadono
l'aria, un fruscio gracida di rane.
Una posse medievale, liuti e cembali,
l'odalisca danza leggera,
nudi i suoi piedi sull'erba.
nudi i suoi piedi sull'erba.
Una grassona biblica se ne sta come una
cattedrale nel deserto, desiderio incarnato di Botero, affusolata nel
suo bikini rosso, sperduta in spiaggia, il sole la accende come un
tripode d'oltretomba, amore di risulta tra cielo e terra, ogni
istante straripa di luce, emanazione di una gioia semplice, monade di
una umanità incompresa in un mondo che cade a pezzi.
Cento volte
voci d'angelo rimbombano l'eco di Dio, anime in salmi, occhiaie senza
misericordia, a ogni alfabeto una lettera esplode,
stendo un piano di parole e scivolo fino in fondo.
stendo un piano di parole e scivolo fino in fondo.
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