domenica 15 luglio 2012


    da Letture 


quanto buio c'è
Sotto forma di case, semafori, pulviscoli
appunti di luce per svoltare a destra
la notte ricopre un'estensione
dalla tua casa alla mia casa

quanto buio c'è

azzerando la slot machine appena dopo il ponte
occhi modellati dal divieto di piangere vedono tutto               

 questa grande Babele che calmiamo
               versandoci del latte nel silenzio.
    Cosa sarà la presenza del mondo 
delle serrature dei rientri
                    dopo un film al centro commerciale
  Viale Certosa, Corso Sempione
    il parabrezza di questo videogame
una letteratura tenuta viva nel lampione
           sulla mia preoccupazione spenta
quando cerco tra il rumore delle chiavi
ogni sorta di raccolto nel prodigio
                      del sonno di una figlia ragionevole
pronta a impazzire.
                     Come si può spiegare chi siamo
il sangue nell'iride viola il territorio
la fragilità, il cinismo da scambisti
che passa nella vita di ciascuno per lasciarlo.

Dimmelo ora -
useremo le parole di un conforto
oltre la guerra - dimmi - la possibilità
di prendere a vivere così

a proposito di altri.


 
resterà solo la luce
Sgorgata dall'acqua dei cadaveri
solo la luce resterà impalata
dagli aironi sulla linea del mattino
il Custode sarà tra le rovine
la parte dura da non sollevare,
dalle fenditure dei tuoi occhi
le pieghe delle mani dotate
liquida la espelleranno dagli atlanti

i soli arriveranno a cerchi d'acqua
e a guardarli dal basso sembreranno pianeti collassati in scudo
                                

là allungherai il braccio
un compasso
    

per tutto il miglio che ci separa
    il domatore che si curva con la bestia si ripara 
per un'altra specie di demone.

                                                             Resterà solo la luce
                                                                             succederà anche agli uccelli
                                                                                                 alla corsa portentosa dei cavalli
                                                                                                             
                                                                                                     pietrificati.


cavalcando oltre la neve

Si dice il passaggio
sia anche la parte migliore dell'angelo
quando vengono le ombre a sollevare
- e sollevare è abbattere -
l'unico grande rumore di forma compatta.
Ritrovo il dettaglio
di devozione che tentavo
trapassando treni dai metrò
finestrini che rinfacciano i miei occhi
cavalcando oltre la neve
l'impronta fin dove la tua mano
solleva i gabbiani sfilandoli dall'acqua
come a estendere la sottile percezione
della mia disponibilità a morire
in tutti i cimiteri della Tracia
scansare da te le parole terminali

fare solo il viaggio

longitudini, autogrill
cose che trapassano nel mezzo
spostando il peso poi a chissà davvero dove.




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