lunedì 9 aprile 2012



   Note Invernali


VII - 22 febbraio 2012


-  ehi, come te la passi ?

che ne hai fatto dell'inverno,

di questo inverno sprofondo siberiano,

che ne hai fatto del tuo tempo in digitale, in dolby surround,

sul vecchio orologio pulsano ancora le lancette in senso orario.

e che ne hai fatto del tuo compito,

dei tuoi talenti, del tuo destino,

del bambino che eri,


un giorno tutto questo

non sarà più

e non sarà più tuo.


-  Ho transitato, a volte invano

e tuttora mi trascino

un vento di me più grande di me,

biascico nomi avverbi residui annodati alle viti

a volte con buone parole, come ingenuo è fiorire,

e mi perdo, come insonne è morire,

per poi ritrovarmi e perdermi ancora

senza più lacrime assorto

in un silenzio di pietra,

leccandomi le ferite fino a raschiarle via

la lingua di sale saldata sul ghiaccio

come un b-movie americano

e ti dirò, ti dirò di più,

ti dirò di umano,

ti dirò di più umano di quel che sono una bugia,

una confidenza,

una confessione da tenere stretta tra le dita a voce piena,

a voce conserta,

una mano amica, l'amante che,

il calore vivo del suo corpo amore

in un attimo mi avrebbero rimesso al mondo,

in questo in quello

in ogni dove mondo

in ogni mondo dove.


  Ma sono favole di strada che racconti, che racconto

buoni melò per il cinematografo, per i romanzi rosa, d'appendice,

e tutto resta relativo

inchiodato alle cose di prima, di prima, di prima

una pletora di motivi suona per me

questa campana amara

come un plotone di esecuzione

e suona ancora e ancora -

cavalca la tua gran torino,

il viale del massacro pasce sulla fame

il tuo bisogno di amore

senza più voce


e tutto resta relativo

inchiodato alle cose di prima, di prima, di prima


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