domenica 21 agosto 2011

                       Vuoti a salti

Tenero è il morente
che qui
         si adagia
                   in versi,

in soglie e eternità dorate 
       sarà
tutto ai suoi piedi 
                          
nell'assoluto 
              di un gesto
  
   assente     


     

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E' quando non rimane niente
e siamo quello che siamo


niente di niente
passeggero
eppure acceso
nell'apocalisse di un istante


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Silenzi a chiare lettere
che giungono cOn le Maiuscole
sparate dai megafoni
tamburi afoni squillanti
il panorama elettrico del mondo
incognite spalancate 
virtù dei trapezisti,
le percussioni a tendere la carne
a incidere la pelle,  
che è la sua stessa voce,

è questo meccanismo endocrino,
chimicocerebrale
che preme sulle gote rosse
e la meccanica tribale

che l'universo è una macchina viscerale
che sfebbra sui lobi temporali
e lungo la dorsale occipitale
scava le vertebre 
                  fino alle stelle, 
                  
       
 la risalita per la discesa 

                      e la caduta


 e pasti nudi

              e urli serafici



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