Tenero è il morente
che qui
che qui
si adagia
in versi,
in versi,
in soglie e eternità dorate
sarà
tutto ai suoi piedi
tutto ai suoi piedi
di un gesto
assente
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E' quando non rimane niente
e siamo quello che siamo
niente di niente
passeggero
eppure acceso
nell'apocalisse di un istante
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Silenzi a chiare lettere
che giungono cOn le Maiuscole
sparate dai megafoni
tamburi afoni squillanti
il panorama elettrico del mondo
incognite spalancate
virtù dei trapezisti,
le percussioni a tendere la carne
a incidere la pelle,
che è la sua stessa voce,
è questo meccanismo endocrino,
chimicocerebrale
che preme sulle gote rosse
e la meccanica tribale
che l'universo è una macchina viscerale
che sfebbra sui lobi temporali
e lungo la dorsale occipitale
scava le vertebre
fino alle stelle,
la risalita per la discesa
e la caduta
e pasti nudi
e urli serafici
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